I volontari organizzano, tra le varie attività, un calendario che prevede spazi a uso esclusivamente femminile. Il sabato, dalle 14 alle 16, una delle stanze dell’Alpha center è aperta alle sole donne che, libere di potersi togliere il velo, chiacchierano tra loro e si dedicano a svaghi non praticabili all’interno dell’hotspot.
Uno spazio che, seppur limitato e ristretto, a noi sembra importante. Per loro sembra importante.
Alcune di noi vengono invitate, e trascorrono un sabato pomeriggio tra fitness, yoga e uncinetto, senza magari capire tutto, ma cercando di ascoltare il più possibile.
Quello che forse più ci colpisce è la dimensione di normalità e intimità che le attività ci trasmettono. Lontane da casa, queste donne si confrontano con una cultura diversa dalla loro, una cultura con la quale dovranno imparare a convivere per il resto della loro vita – se saranno fortunate e riusciranno a portare a termine il loro viaggio. Sono donne che scappano, che hanno abbandonato tutto – o molto – alle spalle, che non hanno idea di quel che succederà domani, tra un mese, tra un anno.
Nonostante questo, le ascoltiamo chiacchierare tra loro, e le riconosciamo: senza velo, ci somigliano.